Negli anni ’80, quando comprare un computer era per molti un sogno che si poteva finalmente realizzare, per la prima volta nella storia un computer entrava nelle case della maggior parte della gente, era il boom degli “home computer”.
Si è scelto questo modello, questo marchio, per scelta consapevole o inconsapevole, casuale o imposta che sia… ma ora è il tuo computer! Quello che usi tutti i giorni, che accendi quando puoi, con il quale giochi, con il quale impari ed esplori un mondo nuovo… inesistente fino a pochi anni prima, inimmaginato ed inimmaginabile da tutti quelli che non ne hanno capito le potenzialità… come ad esempio i tuoi genitori. Con gli amici invece, che vivono la tua realtà, condividi la passione.
Ma quando il tuo amico, il tuo vicino, non ha scelto il tuo stesso modello? Il tuo stesso marchio? La tua squadra! Allora si discute, si discute perché il tuo è meglio, ovvio, non può essere che migliore perché è il tuo!
Di queste diatribe ne sono esistite e ne esisteranno sempre, non solo nell’informatica, ma in qualsiasi cosa che porti passione e senso di appartenenza, sport, automobili, macchine fotografiche, cellulari! Oggi si discute di iOS contro Android, ma di tutte queste guerre di appartenenza ce ne è una che dopo più di 30 anni fa ancora battere il cuore dei “tifosi”…
Commodore 64 vs Sinclair ZX Spectrum (in rigoroso ordine alfabetico, non sia mai che mi contestino il motivo di aver messo uno prima dell’altro!)
Innanzi tutto chiariamo il contesto geografico, questa “guerra” infatti venne (e viene) combattuta in territorio europeo, a quei tempi infatti il mondo non era ancora “globalizzato” come oggi lo conosciamo e quello che succedeva nel mercato del vecchio continente era diverso da quello che accadeva nel mercato americano (che era a sua volta diverso dal mercato giapponese, russo, sud americano e così via).
In nord America infatti il “britannico” ZX Spectrum (distribuito con il marchio Timex-Sinclair e con l’anonimo nome di “TS2068”) non ebbe mai una diffusione tale da poter contrastare le vendite di Commodore (che lì era già impegnata a “combattere” contro Apple e Tandy) ma di contro Sinclair vinse a man bassa in Sud-America e nei territori del blocco sovietico (dove però si diffuse spesso sotto mentite spoglie, clonato in mille differenti guise) quindi un russo od uno statunitense non si appassioneranno mai alla diatriba che ora andremo a raccontare, ma un europeo, e nel nostro caso soprattutto un italiano dall’insospettabile passato “nerd”, avrà un sussulto ad ogni accenno di quella che è la madre di tutte le guerre di appartenenza informatiche.
E’ indubbio che Commodore (presente sul territorio italiano con una propria sussidiaria) e Sinclair (distribuita dall’azienda di elettronica con la maggiore presenza sul territorio italiano dell’epoca) furono i due grandi marchi del periodo “home computer” in Italia e per questo motivo entrarono nelle case degli italiani più di qualsiasi altro concorrente.
La guerra di religione tra i fan possessori di uno o dell’altro marchio fu immediata e dirompente, come tutte le guerre di appartenenza lo sono, come qualche anno prima fu quella tra Atari VCS e Mattel Intellivision all’epoca della diffusione delle prime console di videogiochi, come dopo sarà quella tra Commodore Amiga e Atari ST nel periodo a “16 bit” e come lo saranno innumerevoli altre compresa l’ancora attuale Apple contro Microsoft.
Ma c’è qualcosa che differenzia questa “madre di tutte le diatribe” rispetto alle altre più o meno conosciute. C’è qualcosa che ancora oggi, a più di 30 anni di distanza dalla nascita dei due sistemi (entrambi presentati nel 1982) fa incendiare gli animi dei contendenti.
Ancora oggi quando qualcuno osa scrivere qualcosa a riguardo di uno o dell’altro sistema, nei commenti di un blog, in un frequentato forum o in un moderno social network, si scatena un “flame” che dura giorni o settimane, se non mesi, tra i sostenitori di una o dell’altra fazione.
Perché tanta passione?
Forse perché per molti è la prima? Può essere… si dice che “il primo amore non si scorda mai”… ma oltre a questo c’è una cosa sicuramente caratteristica alla base della guerra tra ZX e 64 che non si è più vista, (almeno in campo informatico):
Mai sistemi contendenti nello stesso mercato furono più diversi uno dall’altro, sia per filosofia, sia per realizzazione tecnica e funzionalità che anche per design ed ergonomia.
Uno piccolo e nero, l’altro grosso e beige. Uno con lo Z80, l’altro con il 6502. Uno con mille co-processori, complesso e criptico da utilizzare pienamente ma con potenzialità incredibili per l’epoca, l’altro con un solo co-processore, semplice da capire e facile da padroneggiare nella sua completezza ma limitato nelle potenzialità. Due filosofie che non hanno punti di contatto, due modi opposti di vedere la stessa cosa.
Questa differenza abissale, questa “incomunicabilità” sta alla base dell’eterna diatriba tra i due sistemi. Chi ha amato le particolarità di uno non capisce e non riconosce le particolarità dell’altro e ognuno resta chiuso nelle proprie convinzioni, anche dopo anni dagli avvenimenti che le hanno innescate.
Su internet è pieno di siti che decantano ora le grazie di uno ora le mancanze dell’altro, ne segnalo qui due in particolare perché indicativi dello spirito che anima l’eterna guerra:
Il sito di Alfonso Martone con il suo racconto dell’epica “sfida”: http://web.archive.org/web/20211128022025/http://www.alfonsomartone.itb.it/rqftcg.html
E il sito C64 Italia che dedica un intera sezione all’analisi dei due sistemi confrontandone ogni minimo dettaglio: http://www.c64italia.altervista.org/spectrum.html
Giungerà mai ad una fine l’eterna guerra? Forse… forse tra molti (spero molti) anni, quando giungerà infine l’estinzione di tutti quelli che hanno vissuto quel periodo pionieristico, gli albori della storia dell’informatica personale, o questi riusciranno a trasmettere la passione ai nipoti?
Viva il Sinmodore Spectrum! Abbasso il Comclair ZX 64!
Che la guerra continui!
prima pubblicazione per il libro 1977-1987 Quando il computer divenne personal
©2014 – Carlo Santagostino.